mercoledì 8 agosto 2012

Arriva un relitto carico di.. anfore intatte vecchie di 2000 anni!

I sommozzatori dei Carabinieri hanno ritrovato un relitto Romano pieno di anfore intatte che si stima risalire all'epoca repubblicana o imperiale, nel periodo a cavallo fra il I secolo a.C e il I secolo d.C., quindi affondato oltre 2000 anni fa, a quasi 100 m di profondità davanti a Varazze.
Da anni avvenivano ritrovamenti di cocci di anfore che restavano impigliati alle reti dei pescatori e che avevano fatto pensare alla presenza di un relitto. A Marzo di quest'anno Francesco Torrente, pescatore di Varazze, ha rinvenuto nuovamente un'anfora e questa volta ha avvertito i Carabinieri a Genova. Dopo cinque mesi questi sono riusciti ad individuare con un sonar il punto esatto dove giace la nave.
Dai primi rilevamenti risulta che la nave fosse completamente carica al momento dell'inabissamento e che per circa dieci metri sotto la sabbia sia ben conservata l'imbarcazione a più piani che si immagina possa contenere ancora molte decine di anfore con il tappo presumibilmente in pigne e pece ancora perfettamente intatto. Infatti le sole anfore danneggiate sarebbero quelle che si trovavano all'esterno sulla tolda della nave (l'attuale ponte principale) e quindi esposte alla forza del mare ma soprattutto alle reti dei pescherecci.
Per questo motivo tutta l'area interessata dal ritrovamento sarà interdetta alle attività di pesca, soprattutto con reti, e di immersione sotto la sorveglianza della Capitaneria di Porto.
A quanto pare parecchie di queste anfore infatti sarebbero sparpagliate tutto intorno alla nave, a partire da pochi metri di profondità mentre la nave sarebbe a 70-100 m.
 
 
In questa ripresa del piccolo robot "Pluto" si possono infatti vedere svariate anfore ad una profondità di circa 65 m e il recupero di un'anfora intatta situata a quasi 30 m sotto il livello del mare. Quest'anfora è stata presa in custodia dalla Soprintendenza ai Beni Archeologici della Liguria, come avverrà per i prossimi prelievi, classificata come "Dressel 1b" e presentata il 6 Agosto.
Contiene una sostanza non ancora identificata che verrà analizzata meglio nei prossimi giorni. Si è già a conoscenza però del fatto che il Tirreno superiore era solcato molto spesso da navi imperiali che andavano da Roma verso la Gallia cariche di cibo, miele, spezie, vino, olio, olive, salamoia, e molte altre cose preziose. L'anfora verrà sottoposta ad una fase di desalinazione e un restauro che si spera possa rivelare il timbro della fornace che identificava ogni anfora in modo tale da risalire ad una datazione certa e al percorso del carico.
Purtroppo a quanto pare, per adesso, i fondi per uno scavo e un recupero serio di tutto il materiale non ci sono. Si deve attendere quindi per ricerche scientifiche più approfondite che svelino tutti i misteri di questo incredibile ritrovamento, questa nave scomparsa più di 2000 anni fa, che conserva gelosa moltissimi segreti.
Nel frattempo, forse, ci sarà permesso almeno andare a visitarla, nel rispetto di qualcosa che ha ancora tantissime storie da raccontarci.

Ripresi alcuni rarissimi esemplari di cernia gigante e squalo vacca nel Tirreno

Due video girati dai ricercatori dell'ISPRA (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale) durante la Campagna estiva 2012 per il monitoraggio della biodiversità nel Tirreno riprendono due cernie giganti e uno squalo vacca. I video sono stati ripresi dal ROV (Remotely Operative Vehicle) Pollux III, un robot collegato con un cavo all'imbarcazione di appoggio, in questo caso la nave oceanografica "Astrea". Attraverso il cavo vengono trasmessi l'elettricità, i segnali video e informazioni tecniche come profondità, direzione di manovra etc.
 
 
Il video delle due cernie (Epinephelus caninus) è stato ripreso su una secca rocciosa nel Tirreno centrale lontano dalla costa a circa 150 m di profondità, dove si è riscontrata la presenza di quattro esemplari del peso stimato tra i 15 e i 30 kg l'una.
La cernia gigante o cernia nera è presente lungo le coste orientali dell’Oceano Atlantico, dal Portogallo all’Angola comprese le isole Canarie e del Mediterraneo. Vive abitualmente a profondità comprese tra i 30 e i 400 metri e può raggiungere anche i 90 chilogrammi di peso essendo una specie molto longeva. Nonostante la biologia e l’ecologia di questa specie siano ancora quasi sconosciute, la cernia gigante è purtroppo diventata molto rara in Mediterraneo a causa della pesca, che ne ha decimato la popolazione.
 
 
Il video dello squalo vacca (Hexanchus griseus) invece è stato girato nel Tirreno meridionale a 130 m di profondità. Lo squalo, lungo quasi due metri e mezzo, si è probabilmente avvicinato a Pollux III attratto dalle luci ed è rimasto in prossimità per quasi dieci minuti.
Lo squalo vacca è presente in tutti gli oceani e vive generalmente a grandi profondità, solamente in alcuni rari casi è possibile avvistarlo in prossimità delle coste, non sono mai stati segnalati casi di attacchi agli esseri umani. Raggiunge la lunghezza massima di quasi 5 metri, il peso di circa 500 chilogrammi e si nutre di una gran varietà di organismi marini, compresi altri squali, pesci, molluschi e crostacei. Per quello che riguarda il Mediterraneo lo squalo vacca è considerato, come anche molte altre specie di squali, tra cui verdesca, squalo martello, squalo volpe e squalo elefante una specie vulnerabile che, a causa delle particolari caratteristiche biologiche e riproduttive (crescita molto lenta e tassi riproduttivi poco elevati), non è in grado di sopportare una pesca intensiva per lunghi periodi. Al momento, in Mediterraneo non esistono più operazioni mirate alla cattura di questa specie che purtroppo viene ancora pescata accidentalmente con reti da posta e da strascico o con i palangari di profondità e ancora oggi commercializzata in tutti i mercati ittici.

lunedì 6 agosto 2012

La subacquea ritorna al Salone Nautico!

Questo articolo è stato modificato dopo la prima pubblicazione. 

Chiavari, 6 Agosto - Oggi durante una riunione della Confisub tenutasi a Chiavari è stata ufficializzata la notizia del ritorno della subacquea al Salone Nautico.
 
La Confisub è un'Associazione di aziende che si occupano di "progettazione, produzione e distribuzione di attrezzature subacquee professionali su tutto il territorio nazionale" e realtà affini.
Questo gruppo è stato costituito il primo ottobre 2007 presso Confindustria Genova, e fondato da sei aziende: Cressi Sub, Mares, Scubapro Uwatec, Seac Sub, Technisub e Omersub.
In seguito si sono aggiunte Rofos, C4 Di Bonfanti M., ma anche altre realtà come Lavorazioni Industriali, Salvas Sub, Dan Europe Foundation, RINA Service , Bauer Compressori, Salvimar, Hydrolab HydroCAT.
 
Otto di queste, ossia Cressi, Mares, Scubapro, Seac, Technisub, Rofos e Hydrolab HydroCAT,  parteciperanno al 52° Salone Nautico che si terrà alla Fiera di Genova dal 6 al 14 Ottobre prossimo.
 
 Alcuni diritti riservati a Ciccio Pizzettaro

La Fiera ha messo a disposizione solo per la Confisub uno spazio di circa 500 mq all'interno della I Galleria del padiglione S, quello rotondo che accoglie i visitatori all'entrata, ormai simbolo della Fiera stessa.
Ogni azienda avrà quindi uno stand preallestito in cui esporre le proprie novità, uno spazio condiviso in cui si potrà sostare più facilmente e in cui probabilmente si terranno alcune conferenze e verrà consegnato il Tridente d'Oro.