Conosco la Rofos da sempre. Quando ero piccola mi piaceva dormire su quei grandi materassi di neoprene, fatti da grandi fogli uno sopra l'altro. Mi piaceva salire stando attenta a non far scivolare, sporcare o rovinare nulla e poi rannicchiarmi e usarne un angolo come coperta, avvolta da quell'odore forte che potrebbe anche non piacere, ma che ormai associo all'infanzia, quindi trovo particolarmente gradevole.
Sono abituata a vedere mio padre che lavora, che pensa, si ingegna, disegna, ci impazzisce, progetta e prova e riprova fino ad arrivare a perfezionare un particolare, proprio come voleva lui.
Perché quando ha finito con un collo parte coi polsi, e quando sono perfetti i polsi bisogna aggiustare ancora un po' il calzare e l'alzata delle braccia o l'elasticità di un materiale. Oppure non va bene quel determinato cerchietto di ferro, quindi si parte alla ricerca disperata di un altro fornitore.
Sono abituata a vederlo indaffarato, completamente concentrato, e quando è concentrato su un'idea non si può distoglierlo in alcun modo. Ancor più se quell'idea è un problema che va risolto e risolto in fretta.
E' bello però vederlo mentre crea qualcosa di nuovo, soprattutto perché di solito quel qualcosa viene molto bene, come il Jacket Free o le RS 450 K, e lui è molto orgoglioso. E noi pure.
Ma quando, poco prima del servizio fotografico per il nuovo catalogo, sono entrata in cucina per fare colazione e mia madre mi ha guardata sconvolta dicendo "Papà è andato in ditta a fare una nuova muta!" non volevo crederci. Non pensavo potesse riuscire a ideare una muta perfetta (perché se non è perfetta non va bene) in così poco tempo.
..Donna di poca fede! Ce l'ha fatta, eccome se ce l'ha fatta.
A volte infatti basta un'intuizione, una piccola geniale idea. Quest'anno al Salone Nautico di Genova e per la nuova stagione avremo una muta nuova così bella, una novità così importante, che non solo noi ne saremo orgogliosi, ma tutti ne parleranno!
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