mercoledì 13 febbraio 2013

Record per l'immersione nelle acque più fredde

Alcuni subacquei russi hanno effettuato per la prima volta un'immersione sul fondo del lago Labynkyr in Jacuzia (o Yacutia) nella siberia orientale, considerato uno dei più freddi del pianeta.
I dieci subacquei fanno parte del dipartimento tataro di ricerche sottomarine della Società geografica russa (www.int.rgo.ru): sette si sono occupati dell'organizzazione tecnica, tre si sono immersi.
Uno dei subacquei è Aleksandr Gubin, con più di tremila immersioni e almeno vent'anni di esperienza, il coordinatore del dipartimento è l'esploratore subacqueo Andrej Agarkov.
Il giorno dell'immersione, 1 febbraio 2013, la temperatura esterna era di meno 46 gradi, quella dell'acqua di 2 gradi e l'immersione è durata 23  minuti.
L'immersione aspira adesso ad un posto nel Guinnes dei Primati perché è l'immersione con autorespiratore effettuata nelle condizioni più fredde. Il pericolo di questo tipo di immersione è proprio lo sbalzo termico subito dai subacquei quanto dalle sttrezzature.
Il lago Labynkyr si trova a 100 kilometri dal centro abitato di Ojmjakon in Jacuzia. Il bacino idrico sta a 1020 metri sul livello del mare, mentre la sua profondità è di circa 52 metri.
Secondo le leggende locali, sul fondo del lago vive un mostro; per pacificarlo prima dell’immersione dei sub, uno sciamano ha eseguito un particolare rito.
Durante l’immersione, la squadra ha raccolto campioni di acqua e terra da analizzare.

venerdì 8 febbraio 2013

Grandi novità per l'archeogia subacquea

Questo articolo è stato modificato dopo la prima pubblicazione.
Stanno procedendo bene le rilevazioni del progetto Thesaurus (TecnicHe per l’Esplorazione Sottomarina Archeologica mediante l’Utilizzo di Robot aUtonomi in Sciami) di cui abbiamo parlato ormai un anno fa. Questo progetto è stato realizzato dai dipartimenti di Ingegneria Industriale e dell'Informazione di Firenze in collaborazione con la Normale e co il CNR e finanziato dalla Regione Toscana.

Thesaurus ha inoltre portato a due spin-off, di cui uno è Arrows (Archaeological RObot systems for the World's Seas), coordinato sempre dall'Università di Firenze e finanziato dall'Unione Europea.

I robot utilizzati per questi progetti sono degli AUV (Autonomous Underwater Vehicle) e sono stati ideati per rilevare, documentare, censire e monitorare siti archeologici sottomarini, relitti e reperti isolati sommersi fino a trecento metri di profondità. Questi robot si muovono in sciame, dialogando tra loro attraverso modem a ultrasuoni. Sono inoltre dotati di apparecchi sonar e telecamere, scansionare il fondale marino e rendere i dati fruibili in modo analogo a Street View e Google Maps, e di un ecografo per verificare la presenza di reperti al di sotto dei sedimenti. Tifone, uno dei tre robot utilizzati per il progetto Thesaurus per esempio, è lungo 3,7 m, pesa 170 kg, può superare i 5 nodi di velocità e ha un'autonomia di 8 ore. I costi di produzione e manutenzione sono contenuti, adatti agli attuali finanziamenti per la ricerca.

lo sviluppo di procedure di visualizzazione tridimensionale dei siti esplorati dai robot autonomi, e integrare tali visualizzazioni con informazioni di carattere storico-archeologico, per creare un vero e proprio ambiente virtuale interattivo che permetterà agli appassionati una visita virtuali di relitti situati a centinaia di metri sotto i mari
Per entrambi i progetti si è scelta come sede per i test l'isola d'Elba, ed in particolare il relitto "dei piatti", nave da carico del 1700, che verrà scansionata mediante sonar, telecamere e laser per ricostruirne la struttura tridimensionalmente.



Un altro progetto ambizioso e unico nel suo genere è l'ideazione di un percorso archeologico subacqueo.
Il progetto è stato ideato dal Laboratiorio del Mare della struttura MarlinTremiti ed è in attesa dell'approvazione da parte della Soprintendenza dei Beni Archeologici per la Puglia, dall'Ente Parco del Gargano ed dal Comune delle Isole Tremiti.
L'idea sarebbe quella di sviluppare alcuni percorsi di immersione dedicati alla scoperta dei ben undici siti archeologici di grande interesse individuati attorno alle Isole Tremiti e del bellissimo fondale. Valorizzare il patrimonio storico archeologico e naturale delle isole quindi, attraverso il loro incredibile potenziale turistico, promuovendo l'attività subacquea in modo responsabile.
Gli undici siti potranno accompagnare il subacqueo attraverso più di 2.000 anni di storia, dalla nave Oneraria Romana del I secolo a.C. al piroscafo a ruote "Lombardo" utilizzato da Garibaldi per la Spedizione dei Mille, al B24 della II Guerra Mondiale.
Solamente per il "Lombardo" sono stati previsti tre percorsi differenti, e uno di questi è proprio il primo ad essere realizzato. Lo si è scelto per la sua posizione e profondità: le parti più interessanti del piroscafo si trovano tra gli 8 e i 10 metri di profondità, quindi raggiungibili anche dai subacquei meno esperti e addirittura da chi volesse fare snorkeling.
Un altro interessante percorso previsto è quello ideato per i subacquei non vedenti: sarebbe il primo percorso subacqueo archeologico di questo tipo.
Nel progetto sono inoltre stati inseriti la realizzazione di una sala museale multimediale che consentirebbe la visione dei siti archeologici anche da parte di chi ... non si volesse bagnare! Questa consentirebbe anche l'organizzazione di eventi, incontri e convegni a tema per invogliare il turismo anche durante la bassa stagione.
Non sono previsti più di 6/8 mila euro per la realizzazione dell'intero progetto, considerando il supporto gratuito del Laboratorio del Mare.

martedì 5 febbraio 2013

Spedizione subacquea in Antartide per i 10 anni di "Pianeta Mare" della Mediaset

Come avevamo raccontato Roberto Palozzi, il regista e ricercatore del programma, ha raggiunto l’Antartide.
E questo è il risultato: la puntata del 20 Gennaio di "Pianeta Mare".
www.video.mediaset.it/video/pianeta_mare/full/369546/puntata-del-20-gennaio.html



Nuova spedizione subacquea al Polo Sud di Roberto Palozzi per celebrare i 10 anni di vita di “Pianeta Mare”.
Partirà lunedì prossimo, 22 ottobre, la nuova avventura polare di Roberto Palozzi, il regista e ricercatore reatino che questa volta raggiungerà l’Antartide con una troupe...
Partirà lunedì prossimo, 22 ottobre, la nuova avventura polare di Roberto Palozzi, il regista e ricercatore reatino che questa volta raggiungerà l’Antartide con una troupe Mediaset per realizzare due puntate molto speciali della nota trasmissione di Rete 4, “Pianeta Mare” e per registrare una serie di documentari (anche subacquei).
È la prima volta in assoluto che le telecamere di Mediaset sbarcano al Polo Sud e quanto questo evento sia tenuto in considerazione dall'azienda del biscione è testimoniato anche e soprattutto dalla partecipazione alla spedizione del Capostruttura Marco Campione, responsabile di “Pianeta Mare” e di tanti altri programmi di successo come “Zelig” o “Colorado”.
Per Palozzi, ormai un veterano delle spedizioni polari, si tratta del quarto ritorno tra i ghiacci perenni dell’Antartide, ma ancora una volta tutto sarà nuovo e molto stimolante: « Non corro certo il rischio – specifica il regista reatino – di ripetermi o annoiarmi e non solo perché il Polo Sud è una realtà talmente grande e sconosciuta che non basterebbero 1000 spedizioni per conoscerlo appieno, quanto piuttosto per il fatto che la mia nuova missione antartica ha una serie di obiettivi molto ambiziosi. Questa produzione Mediaset così importante e costosa, infatti, è nata per celebrare, con immagini davvero fuori dal comune, il traguardo prestigiosissimo dei primi 10 anni di vita di “Pianeta Mare”; e per farlo avrò a disposizione una troupe di superprofessionisti e mezzi “quasi” cinematografici».
La novità più grande, però, riguarderà la parte subacquea della spedizione: per la prima volta, infatti, Palozzi proverà ad immergersi sotto i 3 metri di spessore di ghiaccio della calotta polare utilizzando il rebreather, una macchina ultramoderna a controllo elettronico che ricicla il gas respirato e non emette bolle: «Dall’utilizzo del rebreather mi aspetto molto perché spero che mi consentirà di avvicinare maggiormente e più a lungo le foche in immersione e realizzare, così, immagini veramente uniche. Certamente usare queste macchine sofisticatissime a 75° di latitudine sud, sotto il ghiaccio e a temperature così basse avrà anche un valore di test molto importante per la comunità internazionale dei subacquei, in particolare per quelli che, come me, si interessano di subacquea scientifica».
Tra i vari obiettivi ci sarà anche quello di raggiungere in elicottero i capanni costruiti a inizio ’900 dagli epici esploratori della corsa al Polo Sud (Shackleton, Amundsen e Scott) e filmare le testimonianze delle loro incredibili avventure, perfettamente preservate fino a oggi dal gelo perenne.
Gli impegni professionali di Palozzi non termineranno, però, con la fine della spedizione polare; al rientro in Nuova Zelanda, infatti, la troupe Mediaset si trasferirà nella spettacolare regione dei fiordi (quegli stessi luoghi dove sono stati realizzati “Il Signore degli Anelli” e le “Cronache di Narnia”) per girare altri documentari subacquei.
Tutte le puntate di “Pianeta Mare” e i documentari realizzati durante la spedizione saranno trasmessi su Rete 4 a partire da gennaio 2013.
Si possono seguire gli aggiornamenti della spedizione in tempo reale sulla pagina Facebook “Erebus Productions“.

"Davide e Golia" di Octavio Aburto

Si è concluso a dicembre il concorso fotografico Nat geo Usa 2012 del National Geographic.
Tra i vincitori appare una foto di Fransisca Harlijanto, scattata vicino all'isola di Komodo, in Indonesia.
Tra le foto dei partecipanti è però degno di nota anche uno scatto del fotografo naturalista Octavio Aburto, catturato nei fondali sabbiosi di Cabo Pulmo all'interno del National Park in Messico. Gli è stato dato il titolo “David and Goliath” poiché riprende un'enorme nuvola di pesci Jack, uniti in un incombente “tornado” che contrasta con la piccola figura del sub, David Castro.
I pesci Jack, o Bigeye trevally o Bigeye Jack (o ancora meglio Caranx sexfasciatus) sono pesci che vivono in grandi gruppi e che si riuniscono spesso nelle acque calme e riparate. In questo caso però la foto è stata scattata durante quel fenomeno detto "spawning" comune a molti pesci, ossia il rituale della riproduzione dove migliaia di esemplari si radunano per rilasciare e fecondare le uova.
Il National Park in Messico è parco dal 1995 e la Baia di Cabo Pulmo è situata all’estremità della Baja California sul Mar di Cortez, circa 60 miglia a nord del più noto Cabo San Lucas.
Ecco il video girato in occasione dello scatto.