lunedì 19 marzo 2012

Il colore dell'acqua

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La luce è il piccolissimo range di onde elettromagnetiche che risultano visibili, ossia che le cellule del nostro occhio riescono a trasformare in impulsi elettrici, interpretabili dal cervello. Questo range, o spettro visibile, è quello che comunemente chiamiamo arcobaleno ed è composto dai colori che vanno dal rosso al violetto, passando per l'arancio, il giallo, il verde e il blu. Il colore che percepiamo di un oggetto è composto da quelle onde elettromagnetiche riflesse dalla superficie dell'oggetto che quindi colpiscono le cellule del nostro occhio. Se riflette tutte le onde vediamo il bianco, se le assorbe tutte vediamo il nero. 

Sott'acqua varrebbero le stesse regole, se non fosse per il fatto che la luce solare, incontrando la superficie del mare (o del lago, certamente), viene in parte riflessa e in parte rifratta. Ciò comporta intanto che sott'acqua sia più buio che fuori, perché passa meno luce, soprattutto all'alba e al tramonto quando l'angolo di incidenza è maggiore, come anche quando il mare è mosso; secondariamente che quando si immerge per esempio un bastoncino in un bicchiere d'acqua, con la possibilità di vedere contemporaneamente sia sopra che sotto al pelo dell'acqua, questo appaia "spezzato"; inoltre che la luce sia meglio distribuita e più soffusa. Quest'ultimo fenomeno si somma al fatto che la luce in acqua viene deviata anche da tutte le particelle presenti in sospensione. Inoltre le onde, passando da un mezzo meno denso (l'aria) ad uno più denso (l'acqua), rallentano e quindi cambiano forma. Ma i colori non hanno tutti la stessa lunghezza d'onda e quindi man mano che ci si immerge non diminuiscono in ugual misura: scompaiono prima quelli con lunghezza d'onda minore, come i rossi, poi gli aranci, i gialli, i verdi, i viola ed infine il blu, che hanno lunghezza d'onda maggiore. Questo è il motivo per cui l'acqua, come l'aria d'altronde, appare azzurra, o blu quando profonda.

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