martedì 8 maggio 2012

Il mare: nuove tecnologie

Ho già parlato di quanto mi sembri consolante il fatto che esistano molti stupendi e partecipati progetti per difendere il mare da chi ancora non si è accorto di quanti danni stia facendo.
Per esempio è stata raggiunta la cifra di più di 23.000 schede informative raccolte dai partecipanti al Progetto STE (Scuba Tourism for the Environment) ideato dal Marine Science Group dell'Università di Bologna. Questo si prepone di raccogliere dati sulle condizioni del mare e delle barriere coralline nel Mar Rosso, coinvolgere, informare, aiutare. Partecipare è utile quanto semplice: chiunque abbia la possibilità di fare immersioni potrà partecipare ad un velocissimo corso ed essere equipaggiato con le speciali schede subacquee dove annotare semplicemente quel che vede (pesci, coralli, etc). Sono state registrate delle schede addirittura in Egitto meridionale, in Sudan e sulla costa araba!
Vorrei aggiungere che oltre a grandi e piccoli progetti di difesa del mare esistono già anche le tecnologie per attuare ricerche e difese attive.
Esempi di tecnologia possono essere RoboJelly della Virginia Tech o il pesce-robot del Cnr di Oristano e le centrali eoliche offhsore.
AttribuzioneNon commercialeNon opere derivateAlcuni diritti riservati a St Stev 
Ma già da molti anni si sa dell'esistenza di microrganismi in grado di "mangiare" il petrolio disperso in mare. Pochi ne sono a conoscenza anche perché non sono mai stati utilizzati al di fuori dei laboratori. Una svolta a questa tendenza speriamo che riesca a darla la scoperta di un nuovo materiale da parte di Daniel Hashim a capo di un progetto in collaborazione tra la Rice University e la Penn State University pubblicato. L'aggiunta di boro durante la crescita di alcuni nanotubuli infatti fa si che si creino legami più robusti trasformandoli in una sorta di densa spugna. Questi "blocchi" hanno incredibili proprietà idrofobiche (galleggiano) e oleofile (assorbono sostanze oleose come l'olio di motore o il petrolio!). Sono super leggeri, flessibili, molto porosi, isolanti termici. E come se non bastasse sono riutilizzabili: bruciando l'olio ancora all'interno della spugna questa non subisce danni.
Incredibile non è vero?

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