lunedì 15 ottobre 2012

Corallo raro in Liguria sul relitto del Transylvania

Nel mare della Liguria oltre alla nave carica di anfore intatte di epoca romana ritrovata davanti a Varazze e il piroscafo inglese Enrichetta al largo di Moneglia, è stato recentemente individuato il relitto del transatlantico SS Transylvania affondato anch'esso nel 1917 da un U-boot tedesco, costando la vita a più di 400 persone.

La scoperta è stata fatta da l'ing. Guido Gay, noto per aver ritrovato la corazzata Roma vicino all'Isola dell'Asinara, nelle acque davanti all'Isola di Bergeggi, a -620 m di profondità.
La scoperta storica del relitto ha però portato con sé una serie di altre importanti informazioni. Le coste della Liguria sono molto poco conosciute perché difficili da studiare, sia per per le limitazioni tecniche dovute all'ambiente estremo, sia per quelle economiche.
L'occasione fornita dalla scoperta del relitto ha quindi permesso la disponibilità di attrezzature quali il catamarano da ricerca Daedalus della GayMarine, un magnetometro progettato e assemblato appositamente per l'occasione, il robot filo guidato (ROV) Pluto, lo stesso utilizzato per la nave romana carica di anfore.
Grazie a questi strumenti è stata scoperta la presenza di una popolazione di Corallo Bianco (Madrepora oculata) sul relitto.
Questa scoperta sensazionale ha spinto il Centro Carabinieri Subacquei di Genova a dar vita ad una collaborazione con l'Area Marina Protetta dell'Isola di Bergeggi e l'Università di Genova, per proseguire le ricerche nella scarpata. Si possono trovare maggiori informazioni sullo svolgimento delle ricerche sul sito ufficiale del Parco di Bergeggi.
In questo modo è stata scoperta la più importante popolazione di corallo rosso della Liguria. Ovviamente, ma non è mai male ripeterlo, è illegale raccogliere il corallo, in quanto protetto.
Le indagini di Pluto hanno inoltre permesso di documentare la presenza di Corallo Giallo (Dendrophillia Cornigera), falso corallo nero (Savalia Savaglia) e il rarissimo Corallo Nero (Anthipatella Subpinnata) rinvenuto finora solo a Punta di Portofino e su Capo Mortola.

AttribuzioneNon commercialeNon opere derivate Foto tratta da Flickr, alcuni diritti riservati a david_salvatori

<<Sfortunatamente, mettere la "testa" sott'acqua a queste profondità "dimenticate", ci ha permesso di evidenziare anche un imponente danno ambientale dovuto a reti e lenze da pesca perse, che in presenza di organismi strutturanti come i gorgonacei (gorgonie rosse e corallo) o come gli zoantidei (falso corallo) ed i coralli neri, provocano un effetto deleterio, ferendo e abbattendo organismi a volte secolari. Il nylon sott'acqua persiste per quasi 1.000 anni e la bonifica è praticamente impossibile a queste profondità. Come sanno molto bene i pescatori, inoltre, i grossi pesci (dentici, cernie, ecc.) cercano rifugio in questo habitat profondo, ed il fatto di non assicurare la sopravvivenza degli organismi strutturanti potrebbe causare gravissime e sconosciute ripercussioni anche sulla comunità ittica.>> 
[cit. "Il Transatlantico inglese H.M.T. Transylvania e i segreti del mare!"]

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