giovedì 26 aprile 2012

Energia rinnovabile: eolica offshore


Attribuzione Alcuni diritti riservati a phault
E' stato presentato a Roma il progetto Coconet che riguarda la creazione di una rete nazionale e poi internazionale di aree marine protette e la realizzazione in questi punti di piattaforme eoliche offshore, ossia in mare. 
Finanziato dalla Commissione Europea e coordinato dall'italiano Nando Boero, si propone di studiare i collegamenti fisici e biologici (correnti e migrazioni di pesci) tra un'Area Marina Protetta e l'altra.
Riguardo la creazione di Parchi Eolici Offshore sono stati presi in considerazione il Mar Mediterraneo e il Mar Nero come progetti pilota. 
Sono stati coinvolti già centinaia di scienziati provenienti da 39 Istituti differenti di 22 Stati.
Le fonti rinnovabili eoliche offshore sono già molto utilizzate in Gran Bretagna, Germania, Portogallo e Danimarca e sono in rapida crescita.
E' stato pubblicato il primo studio danese sugli impatti del parco eolico offshore di Horns Rev 1. Claus Stenberg è il principale autore e sostiene che i pesci e le diverse specie siano aumentati in numero da quando sono state avviate le pale eoliche, sette anni prima. 
Non solo le pale non hanno intaccato il proliferare delle anguille di sabbia, o "cicerello", importante colonna della pesca danese, ma diverse specie come il tordo dorato, il lompo ed un blennide si sono stabilite sulle basi rocciose delle pale, trovandovi ottimi ripari alla corrente del posto. Queste erano state costruite per riparare le pale dalle correnti ma si sono rivelate ottime barriere artificiali per il proliferare dei pesci.
Stemberg sostiene inoltre che quel sito sia troppo impervio e piccolo per costituire una vera e propria area marina protetta ma che probabilmente i suoi vicini di dimensioni maggiori e più riparati potrebbero essere dei luoghi ideali per il proliferare di nuove specie.

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